Diario minimo di una fiera
Ieri a Roma è iniziata la fiera della piccola e media editoria. Con le fiere ho uno strano rapporto: prima che inizino mi sento già sfinita e poi quando ci sono dentro non vorrei mai andare via. Dicono si chiami sindrome di Stoccolma.
Ieri tornando a casa pensavo che mi piace moltissimo parlare di libri con la gente. Dovreste vedermi: mi si illuminano gli occhi e mi piace dare consigli di lettura personalizzati, soprattutto se posso far scoprire a qualcuno i miei minimum preferiti (uno su tutti: Un segno invisibile e mio di Aimee Bender, uno dei miei libri della vita di cui scrissi tre anni fa su SettePerUno). Forse dovevo fare la libraia.
Fino a domenica mi trovate allo stand E10. Io sono quella che usa contemporaneamente lo smartphone e l’iPad. Passate, fatevi riconoscere e fatevi scattare un #bookselfie.
(Ogni anno faccio sempre lo stesso errore: mi dico che l’ultimo giorno comprerò tutti i libri che voglio e poi invece succede che non ci riesco mai. Facciamo che quest’anno la smetto di rimandare e vi dico passo passo cosa mi consigliano e cosa compro.)
Violent Femmes – Gone Daddy Gone
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