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Cinque libri

Cinque libri: Giusi Marchetta

una pila di libri sul letto

Cinque libri che dovete seppellire con me

di Giusi Marchetta

  • L’opera struggente di un formidabile genio, Dave Eggers, Mondadori

Se sarò sepolta è probabile (auspicabile) che io sia morta. Ecco, mi piacerebbe avere qualcosa vicino che abbia il potere di scaldarmi ancora il cuore. Il libro di Eggers lo farà. Guarderò (?) il sipario tirato che è la copertina, sfoglierò l’introduzione pazzesca che ricostruisce lo schema del libro, riderò della dichiarazione di copyright e del disegno di una graffatrice.

O forse non farò niente del genere (sarò morta, giusto?): mi basterà averlo vicino con quelle parti che ho letto venti volte perché erano commoventi e divertenti e sfacciate. Mi sembrerà di avere la vita vicino. Non la letteratura, la vita.

  • It, Stephen King, Sperling & Kupfer

Sarò in un posto abbastanza spaventoso: non ho voglia di renderlo più atroce con Poe o Lovecraft. E poi sarebbe la vendetta più consona agli incubi che Pennywise mi ha inflitto al ginnasio, leggerlo come se non potesse farmi più niente. Male che vada comunque mi farà venire i brividi ancora una volta e, ancora una volta,  gliene sarò grata.

  • I fratelli Karamazov, Fedor Dostoevskij, Einaudi

Avere l’eternità per leggere un libro significa avere il lusso di affrontare roba come Anna KareninaGuerra e Pace. No grazie. Riprendo i Karamazov. Perché mi pare di avere una cosa in sospeso con tutti loro, di aver capito la metà di quello che mi hanno detto. Da morta invece ce la potrei fare: non ci sarà più tutto quel vocìo di sottofondo, potremo fingere in quel buio di stare in Russia. Farà pure freddo.

  • Poesie, Eugenio Montale, Mondadori

Un Meridiano almeno, accanto al cuscino. Con un’orecchia sacrilega (sì di quelle fastidiose, che ai libri non dovrebbero farsi e men che mai ai Meridiani) in corrispondenza di un mottetto, questo:

Il saliscendi bianco e nero dei
balestrucci dal palo
del telegrafo al mare
non conforta i tuoi crucci su lo scalo
né ti riporta dove più non sei.

Già profuma il sambuco fitto su
lo sterrato; il piovasco si dilegua.
Se il chiarore è una tregua
la tua cara minaccia la consuma.

  • Le città invisibili, Italo Calvino, Mondadori

Sarò morta: potrebbe essere una cosa lunga.

Potrei dimenticare la mia lingua. Non che ci sia niente di male, (il razzismo delle parole è assurdo esattamente come quello che riguarda le persone) ma mi piacerebbe continuare a sentire nella mia testa gli stessi giri sintattici, la melodia misteriosa di alcune pagine scritte che richiamano alcune conversazioni fatte. Ho amato in italiano e in italiano (sia pure in traduzione) mi hanno raccontato le cose più incredibili che esistono al mondo. Grazie a questo libro dal mio trono scomodo potrò interrogare un narratore ineguagliabile che mi descriva quello che ho lasciato, le città invisibili che ho attraversato in vita senza rendermene conto. A fine lettura mi sembrerà di aver fatto tanta strada. Sarà più facile rassegnarmi a restare distesa, a riposare.

N.B. Ovviamente vi diffido dall’attenervi a questa lista: il mio kindle può contenere più di millequattrocento libri. Non fiori ma opere letterarie. Grazie.

(Foto: Sincerely Media – Unsplash)

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