Quest’anno settembre è arrivato senza liste di buoni propositi: non c’è stato nemmeno il tempo di scegliere cinque-dieci cose che vorrei tanto fare o cambiare, perché il rientro al lavoro ha risucchiato tutti i miei pensieri. Forse è stato meglio così, perché non ho aggiunto una nuova lista di cose che non farò/cambierò mai alle altre mille liste di propositi disattesi che colleziono già.
Però la scorsa settimana ho iniziato un esperimento.
Monocle è una rivista che leggo ogni tanto: mi piace perché ogni uscita ha un tema e mi piace comprarla in aeroporto quando viaggio. Sabato scorso, sfogliando il numero estivo sulle città, ho scoperto che esiste anche una newsletter e mi sono subito abbonata: The Monocle Minute arriva dal lunedì al sabato alle 8 e contiene una selezione di notizie, un podcast e un video.
Ho iniziato ad ascoltare i podcast della newsletter tutti i giorni andando al lavoro: 30 minuti di trasmissione in inglese, ogni giorno un argomento diverso.
Non ho mai saltato una puntata e ogni volta ho imparato qualcosa di nuovo:
- lunedì ho scoperto che esiste il Financial Times Weekend e che la Cadillac ha una rivista;
- martedì ho deciso che voglio assolutamente vedere Legion;
- mercoledì mi sono commossa con l’intervista a Glenn Lowry, direttore del MoMA;
- giovedì mi sono aggiornata sull’uso del digitale nella medicina;
- venerdì ho sospirato ascoltando architetti e urbanisti raccontare la Danimarca.
Il podcast della newsletter del sabato, su Basquiat, lo conservo per il ritorno a casa post lavoro del lunedì.
Perché questo esperimento mi sta piacendo un bel po’:
- non devo scegliere: qualcuno seleziona per me il contenuto da ascoltare e io non mi faccio paralizzare dall’ansia della scelta come mi succede quando passo troppo tempo a scorrere il menu di Netflix senza mai riuscire a decidermi;
- ascoltare argomenti diversi, anche quelli che potrebbero interessarmi meno, rompe la routine e mi fa uscire da quella bolla fatta di tutte quelle cose che conosco/faccio già;
- concentrarmi sulle parole di qualcun altro nel tragitto casa-lavoro mi apre la mente e mi aiuta a non farmi sopraffare dalle cose da fare già prima di sedermi alla scrivania;
- quei 30 minuti sono tutti per me, mi caricano e tengono sempre accesa la curiosità.
E poi ho scoperto che sì, potrei diventare dipendente dai podcast. Suggerimenti?
(Foto: Namroud Gorguis via Unsplash)
3 Commenti
Fabrizia
24 Settembre 2017 at 10:55Non sono un’esperta di podcast ma ho iniziato Welcome to nigh tvale, racconti da una stramba cittadina fatti da un annunciatore alla radio (http://www.welcometonightvale.com/listen). È stata subito dipendenza!
strelnik
16 Dicembre 2017 at 16:11Mi sono innamorato di http://www.radioatlas.org/ – se non lo conosci già, una specie di Internazionale dei podcast da tutto il mondo tradotti e sottotitolati da Eleanor McDowall.
Camminare ogni giorno fa bene: scopri perché
21 Ottobre 2018 at 06:55[…] Prima o poi ne scriverò, dei podcast che ascolto. Per il momento vi rimando a tre liste affidabili, quelle di Enrica Crivello, Simona Sciancalepore e Valentina Aversano. […]