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Cinque libri

Cinque libri: Elena Giorgi

un muro di manifesti strappati

Rieccoci qua con Cinque libri, la rubrica per chi colleziona liste di consigli di lettura: ogni ospite sceglie un tema e ci suggerisce cinque titoli spiegandoci perché dovremmo proprio leggerli.

Stavolta tocca a Elena Giorgi, La lettrice geniale: la sua lista è dedicata alle famiglie a pezzi e ai figli sopravvissuti. Io sono davvero contenta di averla qui su questo blog. 

Cinque libri per chi è cresciuto in una famiglia difficile

di Elena Giorgi

Noi che siamo cresciuti in famiglie ben diverse da quelle del Mulino Bianco, abbiamo il vezzo di citare con una punta di orgoglio Tolstoj e il suo ormai inflazionato incipit di Anna Karenina “Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo”.

Se avete avuto un padre assente, una madre fragile, un fratello bipolare o un qualsiasi altro parente disagiato che abbia influito sulla vostra formazione rendendovi di fatto un supereroe sopravvissuto alla propria kryptonite familiare, questi sono i romanzi che potreste leggere per sentirvi compresi e meno soli.

  • La più amata, Teresa Ciabatti, Mondadori

Un’autofiction disarmante e crudele. Un uomo e padre così importante da ottenere la sottomissione di chiunque lo incontri. Una figlia che si sente reginetta di provincia e una madre costretta a fare la cura del sonno.

Il tanto discusso romanzo di Ciabatti – candidato al Premio Strega nel 2017 – è lì a ricordarci che l’ambiguità è cosa di tutti, dal portinaio al dirigente d’azienda, dal migliore dei partiti all’ultimo dei reietti.

Per me Teresa è davvero la più amata, non ce n’è per nessun’altra.

  • Febbre, Jonathan Bazzi, Fandango

È cresciuto a Rozzano, nel famigerato Bronx di Milano. Ha affrontato l’infanzia e l’adolescenza grazie ai libri e alla magia di certi cartoni animati.

Quando ha scoperto d’essere sieropositivo ha tirato fuori tutta la forza di chi è passato attraverso il disamore e ne è uscito indenne, o quasi.

Per sempre grata a Jonathan per la sua scrittura perfetta, capace di vedere il mondo per quel che è: semplicemente meraviglioso e miserabile.

  • Meglio l’assenza, Edurne Portela, Lindau – traduzione di Thais Siciliano

Il padre violento di Amaia è anche complice della lotta armata basca, negli anni in cui l’eroina era la droga che sterminava i giovani e gli attentati contro il potere erano all’ordine del giorno.

Un romanzo di formazione feroce, doloroso, autentico e indimenticabile, che non fa sconti al lettore, schiaffeggiato dalla prima all’ultima pagina. Lo rileggerei ancora e ancora e ancora.

  • Eguali amori, David Leavitt, SEM – traduzione di Delfina Vezzoli

Ci sono dinamiche familiari incomprensibili a tutti, anche a chi le vive da sempre. Se come Louise hai sposato un uomo che non ami e dal quale poi hai avuto una figlia e un figlio, entrambi distanti da te moralmente e fisicamente, la decadenza affettiva è all’ordine del giorno.

Ti toccherà morire per trovare pace e smettere di tormentarti per la mancata felicità.

  • Il contrario delle lucertole, Erika Bianchi, Giunti

Quale immensa crudeltà è privare un bambino del diritto alla spensieratezza!

Isabelle ha subito la morbosa cattiveria del rozzo padre. Ha tentato invano di spezzare la maledizione del disamore, che spesso genera mostri capaci di infliggere dolore agli affetti più fragili e vicini, e ora non le resta che accerchiare la vita cercando di contenere il crollo di quel maledetto domino falciatore.

Per fortuna che la speranza è sempre l’ultima ad alzare bandiera bianca.

(Foto: Manolo Chrétien – Unsplash)

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