Nel numero di ottobre di Basilico scrivevo:
A settembre ho preso un quaderno e ci ho scritto su un progetto, un podcast. Era da tanto che cercavo l’idea giusta e una domenica, parlando con mio marito, all’improvviso ho capito era proprio lì, sotto i miei occhi: ho scritto tutto e poi mi sono sentita più leggera, contenta. Però mi sono detta: lo farai solo quando sarai brava, quando avrai la strumentazione giusta e saprai montare e riuscirai a produrre qualcosa di professionale, di bello davvero.
Poi ho pensato a tutte quelle idee che non ho mai realizzato perché tanto non ne sarei mai stata all’altezza, perché mi sono sempre detta o prima diventi cintura nera o è meglio se non parti proprio: sono anni che sogno sempre le stesse cose, trovo scuse per non farle e poi sospiro, mi lamento e accumulo rimpianti.
Quindi ho trovato un compromesso: un diario vocale una volta a settimana su Telegram. Si chiama Pesto e la prima puntata arriva venerdì prossimo.
Ci saranno fatti miei, pensieri sparsi e spero anche altre persone: non so ancora bene cosa dirò e come sarà, ma è una scossa che adesso mi serve, è un altro limite da superare.
Poi chissà, magari prima o poi diventerà realtà anche il progetto chiuso nel quaderno.
L’undici ottobre è uscita la prima puntata. Poi una settimana dopo la seconda, poi la terza, poi la quarta, poi la quinta… e poi basta. Nel frattempo è passato un mese.
La grandiosità delle mie idee si scontra spesso con una tragica realtà: la vita va più veloce di qualsiasi cosa che provo a organizzare io. Imprevisti piccoli e grandi, stanchezze varie, ansie da prestazione paralizzanti: in queste settimane è successo di tutto.
Mi sono scontrata con una serie di difficoltà che mi hanno però aiutata a capire delle cose:
- fare un diario in diretta, settimana dopo settimana, è difficilissimo;
- non farlo è peggio, perché poi mi scattano una serie di blocchi e mi avvito su me stessa invece di provare a divertirmi e basta;
- tra tutti gli spazi che abito online, quello dove c’è la mia voce mi sembra speciale, più mio.
E poi le risposte di chi mi ascolta sono preziose, un modo per sentirsi vicini anche quando ci si conosce poco e niente: le storie degli altri sono sempre la molla che mi spinge a stare online e a condividere le mie.
Quindi ho messo a punto una strategia:
- ho iniziato a tenere un diario di carta che mi aiuta a fissare le giornate e a non disperdere spunti raccontabili;
- scrivo scalette con un sacco di roba che poi non userò, faccio esperimenti e mi svuoto la testa;
- mi ripeto che questo progetto è un piccolo spazio di felicità e che devo prendermene cura senza troppe paranoie.
Se tutto va bene, ci risentiamo venerdì 20 dicembre. Per ascoltarmi basta scaricare Telegram e poi andare qui.
(L’immagine di Pesto è di Ottavia Baldi e io non smetterò mai di ringraziarla)
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