«E poi ho trovato pace nelle cose piccole»
Cose piccole, Giorgieness
Due settimane fa, poche ore dopo aver condiviso delle Storie in cui facevo un veloce ragionamento su E se si rompesse Instagram? e mi ripromettevo di scrivere di più sul blog… si è rotto Instagram.
Ho raccontato un po’ quello che è successo nel numero di Basilico di novembre: qui ho messo insieme cosa ho imparato e non voglio dimenticare.
21. A volte l’Universo esaudisce desideri che non pensavi nemmeno di avere: quando si è rotto Instagram ho provato un sollievo fortissimo, come se qualcuno avesse finalmente preso questa decisione al posto mio;
20. ho pensato a Kevin McCallister in Mamma ho perso l’aereo, quando si sveglia e scopre di aver fatto sparire la sua famiglia (e ho capito che sarò per sempre una Ragazza Anni Novanta);
19. non mi aspettavo di provare un senso di liberazione così forte, perché ho sempre creduto di starci bene lì e di non soffrirlo come Facebook, dove tutto somiglia a una cena con dei parenti che preferiresti non dover mai rivedere, in una tavolata stretta e chiassosa dove tra l’altro si mangia pure malissimo;
18. ho inaugurato un Diario della Disintossicazione perché da subito ho pensato che avrei preso questo disservizio come un esperimento.
Il secondo giorno ho scritto:
«Lunedì 8: tolgo l’icona di Instagram dalla home del telefono, perché mi accorgo che il dito ci va in automatico in ogni momento morto. È strano stare senza, ma è come se si liberasse del tempo in più: finisco due libri e mi faccio assorbire dal lavoro, senza distrazioni».
17. le persone intorno si sono preoccupate molto più di me, io mi sono sentita come quando annunci di voler smettere di fumare e ti sembra di aver sganciato una bomba;
16. all’inizio del periodo di astinenza c’è stata una sensazione di vuoto, come se mi mancasse un pezzo, un’abitudine, un luogo familiare: mi è tornata di nuovo in mente la sigaretta e il gesto di cercarla che fai in automatico quando stai provando a smettere (la mia carriera di fumatrice è stata breve ma intensa, ero una da un pacchetto da venti al giorno);
15. non ho fatto molti tentativi di ripristinare l’app perché avevo quasi paura che tornasse a posto troppo presto: mi serviva del tempo per ragionare sul fatto che smettere del tutto di stare su Instagram fosse diventata improvvisamente una tentazione fortissima;
14. cose che mi hanno fatto sentire subito più leggera: non dover più pensare al confronto con le altre persone che sembrano sempre più brave o pronte di te; mettere in pausa l’angoscia da contenuto utile che ti viene anche se non passi le giornate a fare di tutto perché il tuo profilo cresca; quella goccia velenosa che ti scava nella testa e che ti fa pensare con cinismo che ormai i progetti e i contatti davvero interessanti si possano sbloccare solo raggiungendo certi numeri;
13. per fortuna non faccio la content creator o la social media manager né avevo prodotti o dirette da lanciare in questo periodo, altrimenti sarebbe stato tutto più difficile: disconnettersi e prendersi pause, anche lunghe, a volte è un lusso (e non è giusto, non dovrebbe essere un privilegio, ma un diritto);
12. sparire all’improvviso è come cambiare indirizzo senza avvertire. Dai messaggi privati passano anche richieste e proposte di lavoro che non arrivano quasi più dalla mail, forse giudicata sempre troppo lenta;
11. posso dire di aver testato l’importanza di curare una newsletter e un blog per comunicare con le persone e farsi trovare: l’idea adesso è di non dimenticarmelo e, anzi, investirci ancora di più;
10. avere un profilo business aiuta a limitare un po’ i danni: ho parlato con delle persone gentilissime che si occupano dell’assistenza di Facebook e, anche se il mio è stato giudicato un problema misterioso che riguarda un’anomalia del codice e che potrebbe essere risolto solo da un magico aggiornamento rilasciato dal Quartier Generale (sì, scritto proprio così), tutto sembra un po’ meno frustrante se almeno riesci a parlare con qualche essere umano che ti prende sul serio e prova a trovare una soluzione;
9. ho ricominciato a usare Twitter più spesso e mi sono ricordata perché l’ho sempre amato: per la sintesi, perché non mi risucchia più di tanto e perché puoi silenziare non solo le persone, ma anche le parole;
8. ho letto di più e pensato di più, anche se forse la seconda cosa non è stata sempre un bene;
7. ho ripercorso quello che di buono è successo in questi ultimi tre anni anche grazie a Instagram: l’ho scelto come mezzo dove raccontarmi perché nelle Storie potevo nascondermi benissimo; sono arrivati #3FattiDiOggi e Strategie Prenestine; mi ha aiutata a fare tanti piccoli passi per uscire dalla scatola mentale in cui mi ero rinchiusa; mi ha costretta a prendermi quello spazio che non avevo il coraggio di ammettere di desiderare;
6. a proposito di digital detox: mi è rimasto in testa questo articolo di Priscilla de Pace letto in questi giorni e adesso voglio approfondire con Come non fare niente. Resistere all’economia dell’attenzione di Jenny Odell;
5. ho accumulato meno desideri di acquisto compulsivo e ho capito che la maggioranza dei codici sconto e dei contenuti pubblicitari che vedo su Instagram mi creano disagio, senso di inadeguatezza e nervosismo;
4. non mi è mancato per niente fare zapping tra le Storie e perdermi aggiornamenti tipo puntate di serie tv: è stato bellissimo scoprire di non chiedersi mai Chissà che ha fatto X;
3. mi sono mancate le persone, le chiacchiere e i tesori che si scoprono dagli scambi in privato, anche velocissimi;
2. spegni e riaccendi è una regola che vale sempre, anche quando ti fa ridere;
1. non voglio che succeda come quando torni dalle vacanze e in due secondi perdi le nuove abitudini che sei riuscita a conquistare mentre eri lontana chilometri dalla solita routine. Ce la farò?
Perché sì, Instagram è tornato: ieri sera ho provato ad accedere usando un telefono diverso e stavolta sono riuscita a inviare il benedetto video selfie necessario per verificare la mia identità.
Appena sono entrata è stato un po’ come non essermene mai andata, ma non ho ancora ripreso a postare, guardare le Storie e il feed e non ho ancora letto i messaggi privati.
Ho aperto la porta, ho sbirciato dentro e poi l’ho richiusa alle mie spalle, arretrando lentamente come nei film, per non farmi scoprire. Ci voglio andare piano.
(Foto: Prateek Katyal – Unsplash)
5 Commenti
Martina
21 Novembre 2021 at 09:03Mi ritrovo nelle tue parole, anche quando parli di esperienze che non sono la mia! Ti confesso che avrei voluto scriverti, anche se non ci conosciamo di persona. Però la mail mi sembrava uno spazio troppo privato per chiederti: come stai! Sono gli strani meccanismi dei social, che ti avvicinano ma poi ti chiedi se fuori di lì le persone vogliono essere avvicinate o si tratta di uno spazio troppo intimo, la vita? Bentornata su Instagram. È sempre bello leggerti, qui, lì, ovunque!
valentina aversano
29 Novembre 2021 at 10:30Ma grazie Martina! Capisco il pudore perché dietro una sparizione improvvisa dai social ci potrebbero essere motivi diversi, anche personali. Però sappi che una tua mail non mi sembrerebbe mai inopportuna, anzi! Grazie davvero per le belle parole, prima o poi dovremo farci una chiacchierata anche dal vivo. :)
DarkMiryam
21 Novembre 2021 at 18:05Io mi sono data al detox quasi totale! Ho cancellato il mio profilo Twitter (anche se mi è dispiaciuto.. E’ stato lì che ti ho conosciuta, assieme ad altre belle persone con cui sono riuscita a rimanere in contatto) e ho messo in stand by il mio profilo Facebook. Ho installato un’estensione di Chrome che mi permette di vedere quando un blog, un sito o una pagina FB (credimi.. quelle che seguo si contano sulle dita di una mano) di mio interesse vengono aggiornati con nuovi contenuti.
Ho mantenuto Instagram perchè era la sola alternativa per restare aggiornata in tempo reale sui miei artisti preferiti.
Vuoi sapere la cosa buffa? Anche io con questa disintossicazione ho imparato a gestire meglio il mio tempo online. Ho ripreso a scrivere sui miei blog e a leggere con più interesse quelli altrui. E, soprattutto, sto sentendo le persone che avevo come amiche su FB in maniera più sana, tra Whatsapp, mail, telefonate… Insomma, è tutta un’altra cosa. E si sta da papa.
Ti abbraccio forte!
valentina aversano
29 Novembre 2021 at 10:32Che bello trovare la propria dimensione ed eliminare tutto il rumore inutile: viva gli equilibri riconquistati! Io sto ancora cercando di capire tante cose, perché per il mio lavoro precedente ero obbligata a essere dovunque e ancora non mi sembra vero poter scegliere di muovermi in modo diverso. Piano piano anche io troverò un mio approccio, intanto faccio esperimenti. Grazie per avermi raccontato un po’ di te!
Ale
18 Febbraio 2022 at 08:46Io sono ancora qui che spero nel ritorno dei blog vecchio stile, quindi immagina che benessere questo post…