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Comunicazione

Immaginare, scrivere, condividere: come diventerà questo blog

un letto con un copriletto bianco, un cuscino bianco e uno color giallo senape; accento c'è un comodino con una lampadina gialla e una pianta grassa in un vaso bianco; alla parete c'è appesa la frase "stay weird"

(Questo pezzo esce mentre la testa è occupata dal pensiero della guerra. Niente ha molto senso in questi momenti, ma voglio provare a concentrarmi anche su altro, per difendermi psicologicamente dal commento in tempo reale, dalla tensione che cresce e dalle foto e dai video angoscianti.)

Qualche giorno fa mi sono seduta alla scrivania e ho organizzato la programmazione del blog da qui a fine marzo. Ho deciso di far uscire due pezzi a settimana, non sempre firmati da me: vorrei finalmente far diventare queste pagine come le desidero da molto, troppo tempo.

Il Quaderno del Blog è pieno di bozze di rubriche e di appunti di contenuti che raccontano il mio nuovo lavoro, qualcosa di me e quello che mi piace; al primo posto ci sono i libri, ma poi anche podcast, newsletter, interviste, progetti creativi, casi di studio, riviste e tutto quello che mi colpisce e che sento il bisogno di fermare da qualche parte.

Ripartire scegliendo di scrivere di più mentre c’è una nuova attività da far ingranare, una nuova vita familiare ancora tutta da sperimentare e l’associazione di Strategie Prenestine da far decollare può sembrare una follia, me ne rendo conto.

Però.

In questi ultimi anni non mi sono quasi mai concessa di godermi fino in fondo le mie idee; ho accumulato bozze e frustrazione per quello che non riuscivo a fare e le poche volte in cui ho scritto qui l’ho fatto con un mix di vergogna e senso di colpa perché mi sentivo sbagliata a desiderare di far venire fuori la mia voce.

Adesso che faccio un lavoro che deve passare molto di più dal racconto di come vedo il web e la comunicazione, per far capire che tipo di professionista sono e perché scegliermi, non posso più permettermi di nascondermi.

E non lo faccio solo per vendermi, ma perché ho scoperto che immaginare, scrivere e condividere mi piace moltissimo. Ogni volta che spingo il tasto “pubblica”, io sono un po’ più felice.

E no, non è la stessa cosa se lo devo fare sui social, perché qui c’è un tempo diverso, più lento e riflessivo. Qui ci sono solo io e chi scelgo di ospitare, senza l’ansia da confronto con la concorrenza né il pensiero costante di un algoritmo da accontentare.

Voglio procedere un mese alla volta come se fosse un allenamento per la testa e il corpo insieme. Voglio arrivare ad essere sempre più lucida, ad avere più fiato.

Vediamo come va. Chissà se ti piacerà.

(Foto: Charlota BlunarovaUnsplash)

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