Quando Alessio Zambardi decide che devi leggere un libro, sa essere molto convincente. Non ti racconta mai troppo, ma fa di tutto per accendere la tua curiosità: con me ci riesce sempre.
Sono andata a ripescare un vecchio numero della sua newsletter per farvi un esempio concreto. Ve lo assicuro, lui è proprio così.
Nella puntata precedente ci ha parlato di Alba de Céspedes: adesso poi ditemi se non vi viene voglia di leggere Furore.
(A chi mi ha chiesto come si fa a ricevere la newsletter carbonara di Alessio: scrivetegli una mail e ditegli che vi mando io.)
Furore
di Alessio Zambardi
– Ciao, vorrei leggere un “grande romanzo americano”.
– Che ne dici di Furore di Steinbeck?
– Ok. Già letto. Un altro?
– Letto prima del 2014? Con la vecchia traduzione?
– Sì.
– Allora rileggilo. Quella che tu hai letto è una traduzione del 1940, con tutti i tagli e le modifiche che il fascismo ha potuto fare, e ti assicuro: ha tagliato e modificato parecchio. Praticamente tu “non” hai letto Furore.
– E dammelo, va! Ma la Bompiani se n’è accorta nel 2014 che è caduto il fascismo?
– Eh, già! Uno zinzinello in ritardo.
– Ciao, c’è un libro che mi spiega il fenomeno dell’emigrazione attraverso il Mediterraneo?
– Furore
– Ma è ambientato negli Stati Uniti!
– Beh, sostituisci “banche” con “occidente”, “Oklahoma” con “Africa”, “Route 66” con “Mediterraneo”, “okie” con “negro” e “California” con “Italia”. Ti sarà tutto chiaro.
– Ciao, devo fare un regalo ad un amico leghista.
– Furore.
– Ciao, ho voglia di leggere un premio Pulitzer.
– Furore.
– Ciao, devo fare una tesi sullo sfruttamento dei lavoratori.
– Furore.
– Ciao, devo far capire ad un amico cosa vuol dire essere gentili anche con quelli che non si conoscono.
– Furore.
– Ciao, voglio un libro che mi calpesti lo stomaco e che mi prenda a schiaffi!
– Sicuro?
– Sì.
– Furore.
– Ciao, ce l’hai un libro lento, anzi lentissimo, tipo che ci vogliono 120 pagine per mettere in moto un camion puzzolente e malandato?
– Furore.
– Ciao, hai presente quella canzone di Bruce Springsteen che-
– Furore.
– Ciao, fai fotocopie?
– Furore.
– Ciao, ce l’hai un lib-
– Furore.
– Ciao
– Furore.
– C
– Furore.
– Ciao. Questa è la Libreria il Mattone? Tu sei Alessio?
– Sì, ciao. Entra pure.
– Sto cercando Furore di Steinbeck.
– Ahi, mi spiace. Appena venduta l’ultima copia.
– Quindi? L’hai finito?
– Ahem, sì. Oggi ne ho vend-
– Ma non puoi rimanere senza Furore!
– Sì, lo so. Il fatto è che-
– Ma che fatto e fatto. Mi avevano parlato bene di questa libreria, invece arrivo qui e non c’è uno dei pilastri della letteratura mondiale!
– Guardi l’ho subito messo in ordin-
– Non mi interessa, poi dici che uno compra su Amazon! Addio.
(Immagine: una scena del film di John Ford tratta dal romanzo, da qui)
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