Ho seguito il consiglio di Enrica e invece di stare a fissare la schermata di Wordpress mi sono messa a ritagliare gli articoli che mi sono piaciuti ultimamente.
Ho seguito il consiglio di Enrica e invece di stare a fissare la schermata di Wordpress mi sono messa a ritagliare gli articoli che mi sono piaciuti ultimamente.
(Mentre batto freneticamente le dita sulla tastiera del telefono una mattina qualunque sul tram numero 2)
C'è sempre qualcosa di sbagliato nel descrivere la propria tristezza, si rischia di fraintendere le proprie ombre. E poi, abbiamo visto troppo cinema per pensare che certe spiegazioni siano vere. Prima ancora che convincenti.
Settembre e le cose che finiscono. Giorni bellissimi, un sorriso paralizzato sulla faccia e un pensiero ricorrente — tutto questo è incredibile ma non svegliatemi — e ansia e dita incrociate e lacrime. Molte lacrime e molta adrenalina.
Ci sono cose che chiedono di essere fermate da qualche parte e invece no, io vivo e le mastico e non lascio tracce nemmeno quando una vocina nella testa suggerisce prima o poi vorrai un album di ricordi da sfogliare,…
[Ho comprato questo posto perché l'altro non mi piaceva, perché è finito il tempo delle lagne e dei cerchietti, perché sono specializzata nel tagliare i ponti, perché vita nuova blog nuovo, per cambiare tutto e lasciare tutto uguale. Eppure.]
Io: Sai di che parla? Lei: No, tu?
Ci sono i libri e ci sono io. E le Converse rosse e la frangetta e certe canzoni che mi fanno venire voglia di ballare alla fermata del tram.